domenica 15 settembre 2013

Intervista a Giordano Sangiorgi

 Giordano Sangiorgi del Mei-Audiocccop,
foto di Sara Bonvicini


Da tredici anni Audiocoop opera nel settore musicale, nell’ambito della creazione, della produzione e della diffusione della musica, associando etichette e produttori discografici indipendenti, promuovendo tra i suoi associati la cooperazione e l’attivazione di sinergie per il conseguimento di obiettivi comuni. Abbiamo intervistato il coordinatore di Audiocoop, Giordano Sangiorgi.


Resistenza e resilienza. Come ci aiutano a superare la crisi culturale? 

Innovando e aprendosi, non perdendo ogni opportunità per allargare la propria platea di pubblico potenziale, ma soprattutto, come cittadini, lavorando prima di tutto al cambiamento di un contesto culturale che non facilita affatto chi vuole lavorare a creare una cultura per il futuro del nostro paese. Le difficoltà derivano dalla crisi economica, che ha tagliato
investimenti e spesa nel settore cultura. Ma anche dalla forte innovazione tecnologica, che ha radicalmente mutato i consumi culturali per i nativi digitali, e dalla televisione commerciale, che ha proposto altri modelli per i giovani.


C’è una tendenza da parte delle istituzioni a non considerare la musica indipendente come espressione culturale e come opportunità lavorativa? Come possiamo superare questo pregiudizio? 

Credo che solo con il ricambio generazionale di coloro che sono alla guida della politica, dell’economia, della cultura e di altri segmenti del nostro paese, si possa capire in modo chiaro che la musica indipendente è parte integrante della cultura identitaria del nostro paese. Fabio Fazio, infatti, che appartiene alla generazione del cambiamento, ha realizzato un ultimo Festival di Sanremo con metà artisti provenienti dal circuito della musica indipendente, e tutti premiati o presenti al Mei in diversi modi durante i loro primi passi. Anche il Minsitro Bray ha compreso subito la forza della musica indipendente ed ha proposto una tax credit per i produttori di opere prime e seconde, aiutando in questo modo i giovani artisti.


In che modo il MEI cerca di coniugare la musica con l’impegno civile? 


Diciamo pure che è una costante del lavoro del Mei, da sempre, quella di affiancare, in modo naturale, la musica all’impegno civile. Sono stati tanti i progetti che hanno visto sempre il Mei e gli artisti indipendenti a fianco di battaglie culturali e civili. Il nostro impegno per la cultura ha permesso la crescita di almeno due generazioni di musicisti, ora ben conosciuti. Musica e impegno sono due facce della stessa medaglia, e vanno sempre tenute insieme. La proposta di Giordano Sangiorgi per salvare la cultura dal fango. Pensare alla cultura nel nostro paese quale essa è: un volano straordinario dell’industria. Cultura e Turismo insieme sono la nostra Industria non delocalizzabile e possono dare milioni di posti di lavoro. Occorre sostenerla in modo virtuoso. Non in un’ottica assistenzialista, ma in un’ottica di investimento, premiando chi ottiene risultati e penalizzando chi utilizza le risorse pubbliche destinate alla cultura per rendite parassitarie, senza preoccuparsi di investire nel futuro.

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