domenica 15 settembre 2013

Intervista a Carlo Infante


Carlo Infante ideatore di Urban experience,
foto di Sara Bonvicini
Carlo Infante, uno dei protagonisti della tavola rotonda "Esperienze di Resistenza Culturale in Italia", che si è tenuta nella prima giornata del Festival Insieme Fuori dal Fango il 13 settembre nel Borgo San Giuliano di Rimini, ha risposto ad alcune domande, chiarendo i concetti di "resistenza" e di "resilienza".

Resistenza e resilienza. Come ci aiutano a superare la crisi culturale?
Il concetto di resistenza culturale è la prima risposta che emerge per proteggere esperienze di valore che non vengono riconosciute da un sistema obsoleto che non capisce quanto la cultura sia fonte di ricchezza, capace di attivare processi di consapevolezza, ricerca e valorizzazione. Quello di resilienza può e deve rappresentare un'evoluzione del concetto di resistenza perchè presuppone un salto di qualità, nel passare da una situazione difensiva

ad una reazione creativa. La parola resilienza deriva dal latino resalio e significa saltare, rimbalzare ma anche danzare. Nella fisica dei materiali indica un’altra idea di resistenza ad una prova d'urto. In psicologia sta a significare la capacità umana di affrontare e superare una crisi. Ad esempio quando si parla di smart city emerge spesso il concetto di ecosistema resiliente, lo si associa ad un’idea particolare d’intelligenza capace di rimodellarsi rispetto alla complessità degli eventi.

La cultura va reinventata. E’ d’accordo con questa affermazione? Può dirci il perché?
Certo. La cultura dovrebbe essere sempre orientata verso la trasformazione e non solo verso la conservazione, come troppo spesso accade nei sistemi culturali autoreferenziali. La cultura di un popolo è inscritta nella sua capacità di produrre visioni del mondo, interpretando i cambiamenti. E ciò non significa sottovalutare le tradizioni e il valore della memoria che considero una condizione per mantenere acceso il fuoco e on conservare le ceneri.


In che modo i nuovi media consentono ai cittadini di appropriarsi degli spazi della vita quotidiana?
Le nuove tecnologie della comunicazione sono da sempre, dagli albori dell'alfabeto, passando per le tecnologie della stampa a caratteri mobili,il medium per trattare il mondo. L'ipertestualità, la connettività e interattività digitale sono il modo migliore per associare tutto questo alla nostra quotidianità, corrispondono alla multidimensionalità e alla simultaneità della vita.

La proposta di Carlo Infante per salvare la cultura dal fango.
Inventarsi il modo per trasformare il fango in una risorsa creativa. (Michele D'Amico)

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